mercoledì 20 luglio 2016
Il Papa ha inviato, attraverso il cardinale Peter Turkson in missione in Sud Sudan, un messaggio di vicinanza alla popolazione e alla comunità cristiana e un forte appello di pace.
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«Papa Francesco segue da vicino la difficile situazione in Sud Sudan e ha inviato una lettera alle autorità locali con un forte appello alla pace». Lo ha affermato in un'intervista della Radio Vaticana il cardinale Peter Turkson, che domenica scorsa era in visita a Giuba, capitale del Paese. «Sono stato a Giuba domenica mattina - ha aggiunto il cardinale Turkson -, giusto in tempo per celebrare la Messa con la comunità nella Cattedrale. È stato un grande momento di sollievo. Ho portato i saluti del Santo Padre, l'espressione della sua solidarietà con la comunità. Quindi, abbiamo fatto visita ad alcune delle persone che avevano lasciato le loro case, che erano fuggiti a causa della mancanza di sicurezza. Hanno trovato rifugio nelle scuole, nelle chiese». Dopo gli scontri delle settimana scorsa in queste ore regna un’apparente calma in Sud Sudan: la maggior parte delle ong, funzionari delle Nazioni Unite e contingente umanitario sono stati rimpatriati. Il cessate il fuoco è in vigore da martedì scorso, ma “le violenze, i soprusi e i saccheggi da parte dell’esercito regolare proseguono”, denuncia padre Daniele Moschetti, superiore dei Missionari comboniani a Juba. “Il furto di cibo destinato a 200mila persone in Sud Sudan significa almeno 20 milioni di dollari andati in fumo”, denuncia il missionario. Il conflitto in corso (la tregua potrebbe saltare in qualunque momento) assume sempre di più i connotati di una disputa etnica tra la maggioranza al potere, Dinka, e l’opposizione di etnia Nuer. Ma il rischio è che si allarghi: “In Sud Sudan ci sono 4 milioni di Dinka, ma esistono 64 etnie in tutto il Paese. Questo conflitto è forse il più complesso scoppiato in Africa perché è una matassa inestricabile”.
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