sabato 16 luglio 2016
​ L'arcivescovo primate della Chiesa polacca: i giovani sanno costruire i ponti. E non coltivano i pregiudizi.
Polak: la Gmg a Cracovia tra dialogo e comunione
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Sarà una Gmg in grado di abbattere numerosi muri e gettare i ponti di cui oggi l’Europa - e non solo - ha sempre più bisogno. Ne è convinto Wojciech Polak, arcivescovo di Gniezno e primate di Polonia. A poco più di una settimana dalla Giornata, nel cuore dell’Anno santo dedicato alla misericordia, cresce l’attesa e parallelamente si rafforza la speranza per i frutti che verranno. «Accogliendo i giovani che verranno in Polonia – spiega il presule – vorremmo soprattutto condividere con loro il nostro tesoro più grande: la bellezza della vita basata sul Vangelo. La storia del nostro popolo e della nostra Chiesa è stata una storia di speranza, provata in mezzo a tante difficoltà. Ci piacerebbe dunque far vedere che la fede, la misericordia, la santità non sono concetti da imparare, ma strade da intraprendere nella quotidianità. Poi, sono sicuro che i nostri ospiti ci porteranno lo stesso desiderio. Provenendo da diverse parti del mondo, sicuramente arriveranno qua con un entusiasmo del Vangelo che ci contagerà. Ne abbiamo bisogno. Lei è stato uno dei vescovi più giovani del mondo (ha ricevuto l’ordinazione episcopale nel 2003, a 38 anni). Quale posto hanno i giovani nella vita della società e della Chiesa polacca?  Senza trascurare gli altri ambiti, i giovani e le famiglie sono due realtà fondamentali sulle quali dovrebbe concentrarsi la nostra cura pastorale. Del resto, questi due elementi sono strettamente legati. Senza un autentico impegno a loro favore, non possiamo nemmeno sognare un futuro della nostra società e della Chiesa. Cerchiamo dunque di ascoltare i desideri, ma anche i dubbi dei giovani. Accompagniamo il loro cammino di crescita nell’amore e la ricerca vocazionale. Non possiamo però abbandonarli quando fanno i primi passi di una vita più matura. Come viene vissuto il tema della misericordia dai fedeli e dalle comunità polacche? Sono profondamente convinto che la Chiesa in Polonia, senza il dono di suor Faustina Kowalska e di san Giovanni Paolo II, senza una sensibilità particolare alla Divina Misericordia, non sarebbe diventata così come la vediamo adesso. Dobbiamo però sempre attivare la “fantasia della misericordia”, per dirla con il Papa polacco. La nostra preghiera e la formazione deve sem- pre portarci a incontrare i nostri fratelli e sorelle, a essere veramente misericordiosi. Un tempo un muro separava l’Est dall’Ovest, oggi molti muri separano il Nord dal Sud. Quale messaggio lancerà questa Gmg all’Europa spaventata dai nuovi flussi di profughi e migranti? I giovani sanno gettare i ponti. Loro non coltivano i pregiudizi. Di solito molto prima di noi trovano le possibilità per far crollare i muri. Chi dunque vedrà la loro comunione, vissuta in tutta la diversità e ricchezza, avrà una prova concreta non di tolleranza, ma del dono che costruisce la comunione. Penso che la stessa presenza dei giovani, che spesso devono affrontare molte difficoltà per raggiungere il luogo della Gmg e incontrare il Papa e i loro coetanei di tutto il mondo, sarà una testimonianza molto convincente. Molto è stato fatto per far partecipare i giovani dei Paesi dell’Est alla Gmg. Perché le comunità polacche si sono sentite in dovere di sostenere il viaggio di questi giovani? Tutti siamo debitori della Provvidenza e della misericordia, forse noi in Polonia lo siamo particolarmente. Dall’inizio è stato molto chiaro che il nostro invito deve essere accompagnato da un aiuto concreto nei confronti di altre comunità più bisognose. La cosa più importante per me è stato l’impegno dei giovani stessi. La Conferenza episcopale, le diocesi e le parrocchie hanno proposto diverse iniziative e gli stessi giovani hanno speso le loro energie per raccogliere i fondi e offrire un sostegno concreto ai loro coetanei. Mi ha colpito molto il loro senso di responsabilità. La Gmg sarà un’occasione anche per proseguire il dialogo con le Chiese orientali avviato negli scorsi anni con decisione dalla Polonia ma reso difficile soprattutto dalla situazione in Ucraina? Ne sono sicuro. Il dialogo al livello ufficiale è una cosa e l’incontro con i giovani che appartengono alle Chiese orientali è un’altra cosa. Il fatto che la Gmg venga organizzata in Polonia può favorire la presenza dei giovani dei Paesi dell’Est, non solo cattolici. Potremo conoscerci meglio, passare il tempo insieme, scambiare le esperienze e vedere quanto siamo vicini grazie a Cristo che ci vuole uniti. Tutto inizia e matura nei cuori delle persone, i giovani lo sanno molto bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Wojciech Polak POLONIA.  L’attesa per la Gmg di Cracovia
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