venerdì 23 settembre 2011
Nell'incontro con i vertici della Chiesa evangelica tedesca, a Erfurt, Il Papa ha richiamato l'importanza del processo ecumenico per una comune testimonianza in una società segnata dall'assenza di Dio. In mattinata, a Berlino, l'incontro con le comunità musulmane.
LE PAROLE DEL PAPA:  22 settembre 
AL PRESIDENTE WULFF | AL BUNDESTAG | AI RAPPRESENTANTI DELLA COMUNITÀ EBRAICA | OMELIA DURANTE LA MESSA A BERLINO 23 settembre ALLE COMUNITA' MUSULMANE  | AL CONSIGLIO DELLA CHIESA EVANGELICA | ATTO ECUMENICO A ERFURT | OMELIA AI VESPRI MARIANI
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"Non è l'autorealizzazione a compiere il vero sviluppo della persona, cosa che oggi viene proposta come modello della vita moderna, ma che può facilmente mutarsi in una forma di egoismo raffinato". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia pronunciata davanti a 90mila fedeli a Etzelsbach, santuario mariano dell'ex Ddr. "La nostra fiducia nell'intercessione efficace della Madre di Dio e la nostra gratitudine per l'aiuto sempre nuovamente sperimentato portano in sé - ha aggiunto - in qualche modo l'impulso a spingere la riflessione al di là delle necessità del momento. Che cosa vuol dirci veramente Maria, quando ci salva dal pericolo?". "Vuole aiutarci a comprendere - ha spiegato il Papa teologo - l'ampiezza e la profondità della nostra vocazione cristiana. Con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all'amore ricco di misericordia del nostro Dio. Come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale è la fonte di ogni bene e non vuole nient'altro che la tua vera felicità, ha il diritto di esigere da te una vita che si abbandoni senza riserve e con gioia alla sua volontà e si adoperi perché anche gli altri facciano altrettanto".Secondo Papa Ratzinger, è vero che "Dove c'è Dio, là c'è futuro", perché "dove lasciamo che l'amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita, là è aperto il cielo. Là è possibile plasmare il presente così che corrisponda sempre di più alla Buona Novella del nostro Signore Gesù Cristo. Là le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e là i grandi problemi trovano la loro soluzione".90MILA FEDELI PER ACOGLIERE BENEDETTO XVI A ETZELSBACHSono circa 90 mila i fedeli presenti sulla spianata del santuario di Etzelsbach, nell'ex Ddr. Le adesioni all'invito dell'Episcopato tedesco - secondo il comitato organizzatore della visita - hanno superato le previsioni. Il dato di 90 mila presenze è stato confermato dalla polizia locale di Etzelsbac. Gli organizzatori hanno calcolato le presenze sulla base dei settori della spianata che si sono gradualmente riempiti di folla oltre ogni ottimistica previsione. PADRE  LOMBARDI: IL PAPA NEL LUOGO FONDAMENTALE DELLA RIFORMA"Il Papa è venuto a Erfurt proprio perché è il luogo fondamentale nella storia della Riforma, luogo dove Lutero ha cominciato la sua via, è diventato agostiniano, ha studiato ed è stato ordinato sacerdote". Così il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha commentato oggi con i giornalisti l'importanza ecumenica dell'incontro di Benedetto XVI con la Chiesa evangelica tedesca svoltosi nella città dell'ex-Ddr, nell'ex convento degli Agostiniani dove si formò Martin Lutero."Quindi il venire a Erfurt - ha sottolineato Lombardi - ha il significato evidentemente di mostrare l'importanza di questa figura. Poi, nel discorso, il Papa ha parlato del tema della fede in Dio, della domanda di Dio che la persona deve vivere con tutta l'intensità. E ha riproposto proprio il modo con cui Lutero si interrogava come un esempio di domanda su Dio sentita profondamente, esistenzialmente e non solo in modo teorico. E inoltre con tutta una densità di problematiche anche sulla misericordia, sul peccato, sulla presenza del male nel mondo, che le danno una grande attualità"."Siccome questo è un viaggio in cui il Papa parla di Dio - ha proseguito il portavoce vaticano -, dell'importanza di Dio nella nostra vita, non un essere estraneo alla realtà, questo appare come un punto importante di contatto con la Riforma, il cui fondatore si è posto questa domanda in modo così profondo". Si tratta, secondo padre Lombardi, del "metodo del Papa": "andare nell'ecumenismo a cercare quello è più profondo e in cui quindi possiamo essere uniti. E da lì riprendere il cammino piuttosto che andare su dei livelli in cui si mettono più in luce le divisioni".Anche gli evangelici, ha aggiunto il direttore della sala stampa vaticana "lo hanno capito perfettamente. E lo hanno detto molto esplicitamente nel discorso". IL PAPA AI PROTESTANTI: SOTTO LA PRESSIONE DELLA SECOLARIZZAZIONE SOTTOLINEARE CIO' CHE CI UNISCE"Oggi la fede, vissuta a partire dell'intimo di se stessi, in un mondo secolarizzato, è la forza ecumenica più forte che ci ricongiunge, guidandoci verso l'unità dell'unico Signore". Così Benedetto XVI si è rivolto oggi ai vertici della Chiesa evangelica tedesca durante l'incontro avvenuto nell'ex convento degli Agostiniani, a Erfurt, dove si formò Martin Lutero. Nel contesto del mondo secolarizzato, ha detto il Papa, "l'assenza di Dio nella nostra società si fa più pesante, la storia della sua rivelazione, di cui ci parla la Scrittura, sembra collocata in un passato che si allontana sempre di più". "Occorre forse cedere alla pressione della secolarizzazione, diventare moderni mediante un annacquamento della fede?", ha proseguito, aggiungendo che "naturalmente, la fede deve essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per diventare una cosa che appartiene al presente". "Ma non è l'annacquamento della fede che aiuta - ha osservato -, bensì solo il viverla interamente nel nostro oggi". Per quanto riguarda poi la situazione del dialogo tra le diverse confessioni cristiane, il Pontefice ha spiegato che "la cosa più necessaria per l'ecumenismo è innanzitutto che, sotto la pressione della secolarizzazione, non perdiamo quasi inavvertitamente le grandi cose che abbiamo in comune, che di per sé ci rendono cristiani e che ci sono restate come dono e compito". "È stato l'errore dell'età confessionale - ha sottolineato - aver visto per lo più soltanto ciò che separa, e non aver percepito in modo esistenziale ciò che abbiamo in comune nelle grandi direttive della Sacra Scrittura e nelle professioni di fede del cristianesimo antico". L'ARRIVO A ERFURTSu un apparecchio dell'aeronautica militare tedesca partito da Berlino, Benedetto XVI è giunto a Erfurt, la città dove visse Martin Lutero. All'arrivo è stato accolto dal ministro presidente della Turingia, Christine Lieberknecht, e dal vescovo di Erfurt, monsignor Joachim Wanke. Nel chiostro della Cattedrale, che raggiungerà in auto dall'aeroporto, saluterà invece 15 professori di Teologia dell'Università di Erfurt e firmerà i Libri d'Oro della Turingia e della Città di Erfurt alla presenza del presidente e del sindaco. La tappa successiva, a fine mattinata, sarà l'antico Convento degli Agostiniani dove Lutero maturò la ribellione che lo portò allo scisma. L'INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLA COMUNITA' ISLAMICASecondo Benedetto XVI "è possibile una collaborazione feconda tra cristiani e musulmani", che "in quanto uomini religiosi", "a partire dalle rispettive convinzioni" possono dare "una testimonianza importante in molti settori cruciali della vita sociale". "Penso, ad esempio - ha detto il Papa nella seconda giornata della sua visita in Germania - incontrando questa mattina i rappresentanti delle comunità musulmane a Berlino - alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio, al rispetto della vita in ogni fase del suo naturale decorso o alla promozione di una più ampia giustizia sociale".Sottolineando il rispetto e la fiducia esistenti tra la Chiesa cattolica e le comunità musulmane in Germania, il Pontefice ha posto l'accento sul fatto che "il rispetto reciproco cresce solo sulla base dell'intesa su alcuni valori inalienabili, propri della natura umana, soprattutto l'inviolabile dignità di ogni persona".Quindi, rilevando la validità della Costituzione tedesca, redatta più di 60 anni fa, per quanto riguarda la convivenza tra religioni diverse in un contesto globalizzato, il Papa ha spiegato che "la ragione di ciò si trova nel fatto che i padri della legge fondamentale ebbero la piena consapevolezza di dover cercare un solido terreno nel quale tutti i cittadini potessero riconoscersi". Nel fare ciò "essi non prescindevano dalla propria appartenenza religiosa; per molti di loro, anzi, la visione cristiana dell'uomo era la vera forza ispiratrice"."Tuttavia - ha concluso Benedetto XVI - sapevano di doversi confrontare con uomini con una base confessionale diversa o addirittura non religiosa: il terreno comune fu trovato nel riconoscimento di alcuni diritti inalienabili, che sono propri della natura umana e che precedono ogni formulazione positiva".Il Papa ha poi sottolineato l'importanza della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo che lui ha convocato per il prossimo 27 ottobre ad Assisi "a 25 anni dallo storico incontro guidato dal mio predecessore, il beato Giovanni Paolo II". "Con tale raduno - ha osservato il Papa - vogliamo mostrare, con semplicità, che da uomini religiosi noi offriamo il nostro particolare contributo per la costruzione di un mondo migliore, riconoscendo al tempo stesso la necessità, per l'efficacia della nostra azione, di crescere nel dialogo e nella stima reciproca".
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