lunedì 6 gennaio 2014
​​​​Papa Francesco invita i fedeli a non fermarsi alle apparenze, ma a seguire i desideri del cuore. 
L'OMELIA dell'Epifania | L'ANGELUS dell'Epifania

Papa annuncia viaggio in Terra santa
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Non accontentiamoci di una "vita mediocre", da "piccolo cabotaggio". Papa Francesco, nel corso della messa dell'Epifania, invita i fedeli a seguire l'esempio dei magi, che furono capaci di alzare gli occhi al cielo, seguire una stella e non fermarsi alle apparenze. "Nella festa dell'Epifania, in cui ricordiamo la manifestazione di Gesù all'umanità nel volto di un Bambino, - ha esortato papa Francesco - sentiamo accanto a noi i Magi, come saggi compagni di strada. Il loro esempio ci aiuta ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del "piccolo cabotaggio", ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello, da Dio. E ci insegnano a non lasciarci ingannare dalle apparenze, da ciò che per il mondo è grande, sapiente, potente. Non bisogna fermarsi lì". "È necessario custodire la fede, in questo tempo è tanto importante custodire la fede - ha aggiunto a braccio - oltre il buio, oltre il fascino delle sirene, oltre la mondanità. Non bisogna accontentarsi dell'apparenza, della facciata. Bisogna andare oltre, verso Betlemme, là dove, - ha detto riprendendo il testo scritto - nella semplicità di una casa di periferia, tra una mamma e un papà pieni d'amore e di fede, risplende il Sole sorto dall'alto, il Re dell'universo. All'annuncio dei magi, il re Erode "e i suoi consiglieri sentono scricchiolare le impalcature del loro potere, temono che vengano capovolte le regole del gioco, smascherate le apparenze. Tutto un mondo edificato sul dominio, sul successo e sull'avere, sulla corruzione è messo in crisi da un Bambino!" ha detto il Papa, ricordando che "Erode arriva fino a uccidere i bambini". Il Pontefice ha poi sottolineato che Magi seppero superare un momento di oscurità e sfuggirono al torpore della notte del mondo, grazie a una "santa furbizia", "quella scaltrezza spirituale che ci consente di riconoscere i pericoli e evitarli". "Questi saggi venuti dall'Oriente - ha osservato - ci insegnano come non cadere nelle insidie e nelle tenebre e come difenderci dall'oscurità che cerca di avvolgere la nostra vita. Loro con questa santa furbizia - ha aggiunto a braccio - hanno custodito la fede, anche noi dobbiamo custodirla, tante volte c'è anche un buio travestito da luce, perchè san Paolo ce lo dice, e qui è necessaria la santa furbizia contro il canto delle sirene, che ci dicono 'guarda che bello, bisogna fare questò". "Occorre - ha proseguito papa Francesco - accogliere nel nostro cuore la luce di Dio e, nello stesso tempo, coltivare quella furbizia spirituale che sa coniugare semplicità e astuzia, come chiede Gesù ai discepoli: siate prudenti come serpenti e semplici come le colombe".
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