martedì 19 aprile 2016
Migranti, il Papa: dono, non problema
COMMENTA E CONDIVIDI
​I migranti sono un dono, non un problema. Lo dice Papa Francesco in un video-messaggio diffuso oggi in concomitanza con la presentazione, a Roma, del Rapporto annuale 2016 del Centro Astalli sulle condizioni dei richiedenti asilo e rifugiati seguiti dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. Dal Pontefice, a pochi giorni dalla visita a Lebso, arriva un nuovo appello a vincere la chiusura e l’indifferenza verso gli immigrati che troppo spesso caratterizza le nostre società. “Ero forestiero e mi avete accolto”. Parte dalle parole di Gesù, che risuonano nel Vangelo di Matteo, la riflessione di Papa Francesco che ringrazia l’istituzione dei gesuiti per l’impegno in favore dei profughi e rifugiati. I migranti hanno il volto di Dio. Il Papa sottolinea che chi fugge dalla guerra o per “un’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, è un fratello con cui dividere il pane, la casa, la vita”. “Ognuno di voi, rifugiati che bussate alle nostre porte ha il volto di Dio, è carne di Cristo. La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito”.
-2R8P747JJA;430;242
Vincere la chiusura e l’indifferenza. Ognuno di voi, ha ripreso, “può essere un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità”: “Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono. Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti”.
Ascoltare la voce dei rifugiati. Il Centro Astalli, ha poi affermato il Papa, “è esempio concreto e quotidiano di questa accoglienza nata dalla visione profetica del padre Pedro Arrupe”. Ed ha incoraggiato i volontari a proseguire un percorso “che si fa sempre più necessario, unica via per una convivenza riconciliata”. “Siate sempre testimoni della bellezza dell’incontro. Aiutate la nostra società ad ascoltare la voce dei rifugiati. Continuate a camminare con coraggio al loro fianco, accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: