sabato 3 settembre 2016
Papa Francesco ai volontari per il Giubileo degli operatori di misericordia.  «Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre». ​IL COMMENTO Per scelta e progetto di Gianfranco Cattai
Giubileo dei volontari. «Nel vostro servizio la credibilità della Chiesa»
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«Voltarsi dall'altra parte - ha affermato Papa Francesco parlando a braccio agli operatori di misericordia e ai volontari - è un peccato di oggi». È stato questo uno dei passaggi centrali della catechesi che Papa Francesco ha rivolto ai volontari e agli operatori di misericordia: si è soffermato, ripetendo più volte, l'invito a non voltarsi da un'altra parte di fronte a chi è nel bisogno: «Non si può distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono misericordia. Non sarebbe degno della Chiesa né di un cristiano “passare oltre” e supporre di avere la coscienza a posto solo perché abbiamo pregato!».LA CATECHESI

«Non mi stancherò mai di dire che la misericordia di Dio non è una bella idea, ma un’azione concreta; e anche la misericordia umana non diventa tale fino a quando non ha raggiunto la sua concretezza nell’agire quotidiano». Lo ha sottolineato Papa Francesco, durante la catechesi per l’udienza giubilare per gli operatori della misericordia, in piazza San Pietro.

E rivolgendosi in particolare ai migliaia di volontari che hanno preso parte al Giubileo dedicato al mondo del volontariato, Papa Francesco ha invitato tutti a essere artigiani della misericordia e «umili strumenti nelle mani di Dio per alleviare le sofferenza del mondo»: «Fratelli e sorelle, voi qui rappresentate il grande e variegato mondo del volontariato. Tra le realtà più preziose della Chiesa ci siete proprio voi che ogni giorno, spesso nel silenzio e nel nascondimento, date forma e visibilità alla misericordia. Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre. Nelle diverse condizioni del bisogno e delle necessità di tante persone, la vostra presenza è la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti. La credibilità della Chiesa passa in maniera convincente anche attraverso il vostro servizio verso i bambini abbandonati, gli ammalati, i poveri senza cibo e lavoro, gli anziani, i senzatetto, i prigionieri, i profughi e gli immigrati, quanti sono colpiti dalle calamità naturali… Insomma, dovunque c’è una richiesta di aiuto, là giunge la vostra attiva e disinteressata testimonianza. Voi rendete visibile la legge di Cristo, quella di portare gli uni i pesi degli altri (cfr Gal 6,2; Gv 13,34). Siate sempre pronti nella solidarietà, forti nella vicinanza, solerti nel suscitare la gioia e convincenti nella consolazione. Il mondo ha bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a sé stessi e disinteressarsi dei fratelli nel bisogno. Siate sempre contenti e pieni di gioia per il vostro servizio, ma non fatene mai un motivo di presunzione che porta a sentirsi migliori degli altri. Invece, la vostra opera di misericordia sia l’umile ed eloquente prolungamento di Gesù Cristo che continua a chinarsi e a prendersi cura di chi soffre. L’amore, infatti, «edifica» (1 Cor 8,1) e giorno dopo giorno permette alle nostre comunità di essere segno della comunione fraterna.

LE TESTIMONIANZE Papa Francesco ha abbracciato in piazza San Pietro Roberto Giannoni che - in occasione del Giubileo degli operatori della misericordia - ha portato la sua testimonianza di vittima di un clamoroso errore giudiziario. "L'arresto, una famiglia distrutta, la carcerazione in regime di 41 bis, e poi l'assoluzione? ma chi ti ridà la tua vita di prima, i genitori morti, il lavoro perso?", si chiede ad alta voce Roberto, che parlando davanti a 40 mila persone in piazza San Pietro a un certo punto ha dovuto interrompere la lettura del suo testo perchè non riusciva a trattenere le lacrime. L'uomo è stato al centro di una terribile vicenda giudiziaria che ha sconvolto la sua vita e distrutto la sua famiglia. Bancario, direttore della filiale di Sassetta della Cassa di Risparmio di Livorno, viene arrestato il 10 giugno 1992 dagli uomini della DIA di Firenze con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, concorso in usura, estorsioni, riciclaggio, traffico di stupefacenti ed armi. «Tutto - spiega Roberto - si regge sulle dichiarazioni rilasciate da due collaboratori di giustizia. Gli vengono negati gli arresti domiciliari, resta in carcere per 12 mesi, di cui 10 sotto il regime del 41 bis in custodia cautelare. Viene assolto su richiesta della stessa procura al termine di un processo durato quasi quattro anni ed una vicenda durata sei anni sei mesi sei giorni. Nel frattempo ha perso il posto di lavoro, il padre è morto di crepacuore un mese prima dell'inizio del processo, la madre un mese dopo la sentenza, sfinita dall'angoscia». Su questa vicenda Roberto Giannoni ha scritto un libro, Hotel Sollicciano - 12 mesi in una suite dello Stato a mezza pensione.

Papa Francesco ha compiuto un ampio giro di piazza San Pietro, con sei bimbi seduti con lui sulla papamobile, un nuovo modello bianco e scoperto. Durante il giro come di consueto ha salutato moltissimi bambini, e un gruppo di suore di madre Teresa, una delle quali gli ha messo al collo una ghirlanda bianca e azzurra, i colori del sari delle suore della Carità fondate dalla piccola suora albanese che si è spesa soprattutto a Calcutta.

Il Papa si trovava in piazza per l'incontro con i partecipanti al giubileo del volontariato, che culmina domenica 4 settembre con la canonizzazione di madre Teresa.

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