lunedì 25 luglio 2016
​Il pensiero ai “deplorevoli” atti di terrorismo e di violenza di Monaco di Baviera. La preghiera per l’imminente Gmg di Cracovia. Così Francesco al'Angelus.
EDITORIALE  Un’altra storia. Per vincere ingiustizia e terrore (Marco Tarquinio)
Papa: a Monaco e Kabul vittime innocenti
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Il pensiero ai “deplorevoli” atti di terrorismo e di violenza di Monaco di Baviera, in Germania, e di Kabul, in Afghanistan. La preghiera per l’imminente Gmg di Cracovia. Il senso della preghiera del Padre Nostro, che con Gesù ci aiuta a capire come non si possa vivere senza pane, senza perdono e senza l’aiuto di Dio nelle tentazioni. E' l'Angelus di Papa Francesco. Sono “deplorevoli” gli atti di terrorismo e di violenza che in queste ore hanno scosso “il nostro animo”. All’Angelus domenicale, il Papa pensa ai “drammatici eventi” di Monaco, in Germania, con la strage di venerdì pomeriggio che ha causato 10 morti, compreso il giovane killer, e di Kabul, in Afghanistan, dove un duplice attentato ha provocato ieri oltre 80 vittime. Francesco si dice “vicino” ai familiari degli scomparsi e ai feriti. E prega con i presenti: “Vi invito ad unirvi alla mia preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di bene e di fraternità. Quanto più sembrano insormontabili le difficoltà e oscure le prospettive di sicurezza e di pace, tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera”.

 

Nella domenica in cui il Vangelo di Luca invita a riflettere sul senso della preghiera a Dio, il “Padre Nostro”, Papa Francesco ricorda che il Signore “conosce meglio di noi stessi” le nostre necessità, ma vuole che gliele presentiamo “con audacia e con insistenza”, perché questo è il nostro modo di partecipare alla sua “opera di salvezza”: “La preghiera è il primo e principale ‘strumento di lavoro’ nelle nostre mani! Insistere con Dio non serve a convincerlo, ma a irrobustire la nostra fede e la nostra pazienza, cioè la nostra capacità di lottare insieme a Dio per le cose davvero importanti e necessarie. Nella preghiera siamo in due: Dio e io a lottare insieme per le cose importanti”.La preghiera di Gesù e quindi la preghiera cristiana, ricorda, sono prima di tutto “un fare posto a Dio”, lasciandogli manifestare la sua santità in noi e facendo avanzare il suo regno, a partire dalla possibilità di esercitare “la sua signoria d’amore nella nostra vita”. Lo si comprende quando Gesù insegna ai discepoli il “Padre Nostro”, da cui emergono tre “necessità fondamentali”: il pane, il perdono e l’aiuto nelle tentazioni.“Non si può vivere senza pane, non si può vivere senza perdono e non si può vivere senza l’aiuto di Dio nelle tentazioni”. Perché il pane “è quello necessario”, “giusto”, “non il superfluo”: è quello dei pellegrini, “che non si accumula e non si spreca, che non appesantisce la nostra marcia”. Il perdono - prosegue il Papa - è, prima di tutto, quello che noi stessi riceviamo da Dio: “Soltanto la consapevolezza di essere peccatori perdonati dall’infinita misericordia divina può renderci capaci di compiere concreti gesti di riconciliazione fraterna. Se una persona non si sente peccatore perdonato, mai potrà fare un gesto di perdono o di riconciliazione. Si comincia dal cuore dove ci si sente peccatore perdonato”.Il Pontefice cita quindi “la consapevolezza della nostra condizione, sempre esposta alle insidie del male e della corruzione”: tutti – osserva – “conosciamo cosa è una tentazione”. Esorta poi a chiedere al Padre lo Spirito Santo: “Serve a vivere bene, a vivere con sapienza e amore, facendo la volontà di Dio. Che bella preghiera sarebbe, in questa settimana, che ognuno di noi chiedesse al Padre: ‘Padre, dammi lo Spirito Santo’”.Lo dimostra la Madonna “con la sua esistenza”, aggiunge Francesco, auspicando che la Vergine ci aiuti a pregare “per vivere non in maniera mondana, ma secondo il Vangelo, guidati dallo Spirito Santo”. Quindi, al termine della preghiera mariana, osserva che in questi giorni tanti giovani, da ogni parte del mondo, si stanno incamminando verso Cracovia, per la trentunesima Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa li raggiungerà mercoledì prossimo, per celebrare “con loro e per loro” - sottolinea - il Giubileo della Misericordia, “con l’intercessione di San Giovanni Paolo II”: “Vi chiedo di accompagnarci con la preghiera. Fin da ora saluto e ringrazio quanti stanno lavorando per accogliere i giovani pellegrini, con numerosi vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici. Un pensiero speciale rivolgo ai tantissimi loro coetanei che, non potendo essere presenti di persona, seguiranno l’evento attraverso i mezzi di comunicazione. Saremo tutti uniti nella preghiera”!Nei saluti finali, un pensiero ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro e provenienti dall’Italia e da altri Paesi, in particolare per i giovani di Valperga e Pertusio Canavese, Torino: “Continuate a provare a vivere e non vivacchiare, come avete scritto sulla vostra maglietta”.In precedenza il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, aveva inviato un telegramma a nome del Papa all’arcivescovo di Monaco e Frisinga, cardinale Reinhard Marx. Francesco, si legge, “partecipa al dolore dei sopravvissuti ed esprime loro la sua vicinanza nella sofferenza”, affidando nella preghiera i defunti “alla misericordia di Dio”. Manifesta al contempo la sua “profonda partecipazione a tutti coloro che sono stati colpiti da questo attentato” e ringrazia i soccorritori e le forze dell'ordine “per il loro impegno attento e generoso”. Il Papa prega “Cristo, Signore della vita, di donare a tutti conforto e consolazione” e imparte la benedizione apostolica come “pegno di speranza”.“Prego per tutte le vittime del terrorismo nel mondo. Per favore, non più terrorismo! E’ una strada senza uscita!”. Così Papa Francesco, sul suo account Instagram @Franciscus.

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