giovedì 20 marzo 2014
Il Pontefice ieri sera nella veglia di preghiera nella chiesa romana di San Gregorio VII ha ricordato le vittime e ha invitato alla conversione: "Per favore cambiate vita, fermatevi di fare il male, altrimenti vi attende l'inferno". IL DISCORSO | LE IMMAGINI
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"Sento che non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti oggi - ha detto papa Francesco - ai protagonisti assenti, agli uomini e alle donne mafiosi: per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male". Così Francesco ha concluso venerdì sera la veglia di preghiera con i parenti delle vittime della mafia, nella chiesa romana di San Gregorio VII. Il Papa ha voluto ribadire l'appello che fece Giovanni Paolo II nel 1993 nella Valle dei Templi, ad Agrigento. "Convertitevi - ha proseguito con voce sommessa ma ferma -. Lo chiedo in ginocchio, è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità". "Il potere - ha detto Francesco - il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all'altra vita". "Convertitevi - ha ripetuto -. Ancora c'è tempo per non finire nell'inferno: è quello che vi aspetta se continuate su questa strada". "Voi avete avuto un papà, una mamma" pensate a loro, piangete un pò e convertitevi!". Parlando invece ai tanti presenti. Commossi e al tempo stesso felici dell'incotntro con il Papa, Francesco ha detto: "Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza, ed è questa: che il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione, in ogni parte del mondo. Vorrei pregare con voi: lo faccio di cuore per tutte le vittime delle mafie" "Anche pochi giorni fa, vicino a Taranto, c'è stato un delitto che non ha avuto pietà neanche per un bambino", ha quindi aggiunto, ricordando il piccolo Domenico. "Preghiamo tutti quanti - ha detto ancora il Pontefice - per avere la forza di andare avanti, di non scoraggiarci ma di continuare al lottare contro la corruzione". "E questo - ha proseguito il Pontefice nella sua riflessione - deve partire da dentro, dalle coscienze, in modo da risanare i comportamenti, le relazioni, le scelte, il tessuto sociale, così che la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi e prenda il posto dell'inequità". "Su di voi - ha aggiunto Bergoglio - sentite fortemente questa speranza e voglio condividerla con voi, dirvi che vi sarò vicino anche questa notte e domani a Latina: vicino a voi in questo cammino che richiede speranza, tenacia e perseveranza". La data scelta per questo appuntamento non è casuale: è stata scelta perché è la vigilia della diciannovesima Giornata della memoria e dell'impegno, promossa dalla Fondazione Libera di don Luigi Ciotti e da altre associazioni in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. "È una giornata per tutti noi molto importante come lo sarà anche quella di Latina e in cui come parenti delle vittime di mafia daremo tutti insieme la nostra testimonianza. Ciò che chiediamo sono verità, giustizia e la solidarietà nazionale". Ha detto Flora Agostino, di Palermo, che quando aveva 18 anni perse il fratello maggiore Antonio, ucciso dalla mafia insieme alla moglie diciannovenne. La signora Agostino ha partecipato con altri 900 familiari alla veglia organizzata da Libera con Papa Francesco alla chiesa Gregorio VII. Alla domanda se la figura di Papa Francesco aiuterà le vittime di mafia, la donna ha replicato: "Sì, spiritualmente e moralmente tantissimo, quando abbiamo saputo che ci avrebbe incontrato la maggior parte di noi familiari ha pianto. Papa Francesco è uno di noi, diciamolo, è una cosa stupenda". "L'impulso che ci aspettiamo che Bergoglio dia - ha aggiunto - è che l'intero Paese prenda coscienza delle mafie, una coscienza che i familiari tengono in gran voce". A Roma sono Arrivati da tutta Italia 700 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di circa 15.000 persone che hanno subito il dolore della perdita di un loro caro per mano della violenza mafiosa. La veglia di preghiera, presieduta dal Papa, vede presenti i familiari accompagnati dai rappresentanti territoriali di Libera, dai referenti di alcune delle 1600 associazioni aderenti e dai rappresentanti istituzionali che hanno confermato la loro partecipazione. Sabato 22 marzo invece, per le vie di Latina, si ritroveranno, in un grande abbraccio ai familiari, migliaia di persone, soprattutto giovani, provenienti da tutta Italia che dopo il corteo e la lettura dei nomi dal palco, si fermeranno a ragionare insieme all'interno dei 25 seminari, laboratori e spettacoli sui temi della legalità e dell'impegno civile contro le mafie. "Per i familiari delle vittime innocenti delle mafie l'incontro con papa Francesco è un dono", ha dichiarato don Ciotti, presidente di Libera, sottolineando che "sarebbe bello che il 21 marzo diventasse istituzionalmente per tutti gli italiani" ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè "il giorno in cui i loro cari, in tante città d'Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti".
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