martedì 1 marzo 2016
Venerdì 4 marzo la riapertura a Palermo dell’Oratorio di Santa Caterina D’Alessandria, a pochi metri dal Teatro Massimo e da piazza Olivella.
Palermo, riapre l’oratorio di Santa Caterina d’Alessandria
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Dopo anni di chiusura, riapre venerdì 4 marzo l’Oratorio di Santa Caterina D’Alessandria, a Palermo, a pochi metri dal Teatro Massimo e da piazza Olivella. La decorazione a stucco dell’interno dell’oratorio è caratterizzata da una serie di statue allegoriche realizzate lungo le pareti laterali e nella parete d’ingresso dell’oratorio, per la scelta delle quali lo stuccatore Procopio Serpotta si ispirò alla tradizione, secondo cui la santa, sin dal medioevo, è considerata patrona della cultura. Così le figure allegoriche, prevalentemente muliebri, simboleggiano la Dialettica, la Fisica, la Geometria, la Teologia, la Retorica, l’Etica, la Geografia, l’Astrologia, la Scienza e la Sapienza. Accanto all’arco di trionfo sono collocate, inoltre, le statue delle Sante vergini palermitane, S. Ninfa e S. Oliva, e più accostate ai lati del quadro dell’altare maggiore raffigurante “Il martirio di santa Caterina”, troviamo santa Agata e santa Rosalia che affiancano il dossale dell’elegante altare ligneo.

Pregevoli sono le opere pittoriche: oltre al già citato “Martirio di Santa Caterina” dell’altare maggiore, attribuito al pittore Giuseppe Salerno (chiamato lo Zoppo di Ganci), al centro della parete d’ingresso troviamo il dipinto cinquecentesco su tavola raffigurante la “Madonna col Bambino” del raffaellesco Vincenzo degli Anzani da Pavia. Ai lati dell’altare altri due pregevoli dipinti del XVII secolo: a sinistra una tela con “Santa Caterina che disputa con i sapienti” e a destra un’altra raffigurante “Santa Caterina in carcere che riceve la visita dell’imperatrice Costanza”. Nella volta del cappellone, un affresco che raffigura “Il trionfo di Santa Caterina”, eseguito da Antonino Grano e portato a compimento dal figlio Paolo dopo la morte del padre. Anche gli scanni lignei neoclassici, allineati ai lati dell’oratorio, dove i confratelli si sedevano per assistere alle cerimonie, contribuiscono all’apparato iconografico dell’oratorio. Le quattordici tavole ellittiche dipinte nelle spalliere raccontano le storie della Santa Martire. Particolarmente prezioso è lo scanno ligneo di mogano riservato ai superiori che troviamo nella parete d’ingresso (secondo quarto del XVIII secolo), in legno dorato intarsiato con avorio e madreperla. Lo splendido pavimento in marmi policromi che come un tappeto disegna figure geometriche con al centro una stella ad otto punte, simile a quelli di Santa Cita e San Lorenzo, fu realizzato dai maestri Gioacchino e Nicolò Vitagliano nel 1730.

L’oratorio dal 1946 è stato affidato dall'arcidiocesi di Palermo alla Luogotenenza Italia-Sicilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Da gennaio 2016, l'oratorio è di nuovo la sede dell'Ordine del Santo Sepolcro e nelle stanze attigue si possono ammirare oggetti sacri e divise storiche di appartenenti all'Ordine. Si può visitare da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.
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