domenica 11 settembre 2016
Beato Bukowiñski, «apostolo» nei gulag sovietici
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A Karaganda, in Kazakhstan, è stato beatificato il sacerdote diocesano Ladislao Bukowiñski. Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, a presieduto il rito. Il nuovo beato nacque il 22 dicembre 1904 a Berdyczów, nelle vicinanze di Kiev in Ucraina, da genitori cattolici, si trasferì con la famiglia in Polonia, per sfuggire all’invasione russa dopo la rivoluzione d’Ottobre. Venne ordinato sacerdotale a Cracovia il 28 giugno 1931. La cura degli ammalati, dei bisognosi e degli emarginati fu il suo impegno durante la seconda Guerra mondiale. Accusato, imprigionato e inviato più volte ai lavori forzati, trascorse più di tredici anni nei campi di lavoro. Nel 1955 divenne cittadino sovietico e l’anno dopo ricevette il permesso di muoversi in tutto il territorio dell’Urss. Per vent’anni fu un apostolo clandestino della fede, percorrendo in lungo e largo il vasto territorio Kazako per assistere i cattolici di diversi riti e nazionalità. Morì in fama di santità il 3 dicembre 1974 a Karaganda e la sua tomba divenne subito un luogo di pellegrinaggio. A concelebrare con Amato il vescovo locale Adelio Dell’Oro. Milanese, 68 anni, nel 1997 è stato inviato quale sacerdote fidei donumin Kazakhstan dove è stato direttore spirituale del Seminario interdiocesano e direttore di Caritas Kazakhstan. Nel 2012 è stato nominato amministratore apostolico di Atyrau e dal gennaio 2015 è diventato anche vescovo di Karaganda che conta quasi 10mila cattolici su 3,6 milioni di abitanti. La diocesi è stata eretta nel 1997, mentre dal 1991 era amministrazione apostolica. La Cattedrale dove si svolge il rito, intitolata a Nostra Signora di Fatima, è stata consacrata nel 2012. 
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