venerdì 12 dicembre 2014
Nella ricorrenza della Madonna di Guadalupe l'Eucarestia in San Pietro con i canti della Messa creola. Carriquiry: lo sviluppo non ha portato alla secolarizzazione registrata altrove.
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Festa grande stasera nella Basilica Vaticana per la ricorrenza liturgica della Madonna di Guadalupe. Papa Francesco infatti presiede alle 18 una solenne celebrazione eucaristica che sarà accompagnata dai canti della Misa criolla del compositore argentino Ariel Ramirez. Papa Bergoglio ha sempre mostrato una devozione molto profonda per la Vergine di Guadalupe. Nella recente intervista rilasciata ad Elisabetta Piqué del quotidiano argentino La Nacion dopo aver ribadito che il cammino della Chiesa latinoamericana negli ultimi cinquant’anni «non si può ignorare perché è un cammino di presa di coscienza » e «di maturazione nella fede», ha sottolineato come «insieme a questo cammino, c’è stata anche una grande preoccupazione di studiare il messaggio guadalupano». Infatti «la quantità di studi sulla Vergine di Guadalupe, sull’immagine, sul meticciato, sul NicanMopoua, è impressionate, è una teologia di fondo». Perciò, ha aggiunto il Pontefice, «nel celebrare la Giornata della Vergine di Guadalupe, patrona d’America, il 12 dicembre, e i cinquant’anni della Messa creola, stiamo commemorando un cammino della Chiesa latinoamericana». Sulla concelebrazione di questa sera Avvenire ha sentito Guzman Carriquiry, "segretario incaricato della vice-presidenza" della Pontificia Commissione per l’America latina. Professore, stasera in San Pietro si ascolteranno i canti della Misa criolla. Ma non si tratta di una prima assoluta... Infatti è già accaduto con Benedetto XVI il 12 dicembre 2011. In quella occasione papa Ratzinger annunciò il suo viaggio in Messico e a Cuba. Il Pontefice fu molto contento di quella liturgia. Il giorno dopo il maestro delle cerimonie pontificie, monsignor Guido Marini, mi raccontò che il Papa quando si svestiva in sacrestia subito dopo la cerimonia gli aveva confidato di essere rimasto favorevolmente impressionato dall’intensità e dalla drammaticità dei canti religiosi di questa messa. Come è nata la Misa criolla? Ariel Ramirez ha avuto l’ispirazione di scriverla durante un soggiorno in un monastero in Germania e poi l’ha composta assistito da due grandi liturgisti argentini. Nel 1967, durante il suo viaggio europeo per presentarla, ne ha consegnato lo spartito a Paolo VI che lo ricevette in un udienza privata. Ora dopo circa cinquant’anni suo figlio Facundo Ramirez dirigerà l’esecuzione della Misa in San Pietro con il primo papa latinoamericano della storia. La Messa si celebra nella festa della Madonna di Guadalupe, patrona dell’America Latina... Non solo, ma anche "imperatrice" di tutto il continente americano e anche patrona delle Filippine, dove il Papa si recherà tra un mese. E saranno molti i filippini presenti in San Pietro. La Vergine di Guadalupe verrà ricordata non solo con la celebrazione eucaristica... In effetti domani mattina l’Augustinianum ospiterà un Convegno su "L’evento guadalupano - significato e proiezione". Con importanti relazioni del padre Eduardo Chavez, del Centro studi guadalupani, del professor Fernando Ojeda e della dottoressa Laura Castillo. Questa celebrazione avviene dopo la diffusione di un sondaggio del Pew Research Center che registra una continuazione nella diminuzione dei cattolici nel Continente latinoamericano. Che lettura dà di quei dati? Da una parte è un monito per la Chiesa e per i pastori del continente, dove in effetti negli ultimi decenni si è registrato una diminuzione di coloro che si dichiarano cattolici. Diminuzione che è particolarmente forte in alcuni Paesi del Centroamerica. Però questa ricerca, oltre ad essere fatta su un campione troppo modesto, risale a due anni fa. E non tiene conto dell’effetto Francesco. Invece? Segnalo solo che una ricerca recente fatta recentemente dalla pontificia Università cattolica di Buenos Aires registra in Argentina un aumento di coloro che si dichiarano cattolici, il cui numero, paradossalmente, supera ora quello dei battezzati. Senza tener conto poi che il numero complessivo dei cristiani in America latina è rimasto pressoché invariato dall’inizio del ’900 ad oggi. Questo vuol dire che lo sviluppo, la modernizzazione, l’urbanizzazione, la globalizzazione non hanno portato a quella secolarizzazione che invece ha caratterizzato altri continenti.
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