venerdì 3 aprile 2015
​Il vescovo di Noto canta tre brani durante una Cresima: utilizzo pure il linguaggio della musica per incontrare i giovani e indicare loro ciò che conta. (Giacomo Gambassi)
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«Il predicatore deve anche porsi in ascolto del popolo». Ed è bene «usare immagini nella predicazione». Suggerimenti di papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. Il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, lo fa in quella che sulla Rete è stata ribattezzata l’“omelia cantata” e che ha suscitato curiosità grazie a un video su YouTube. Staglianò sta presiedendo una Cresima; ha davanti i ragazzi; e si mette in ascolto di uno dei linguaggi che i giovanissimi prediligono: la musica pop. Così, affidandosi a tre brani che il presule canta di fronte all’altare (Vuoto a perdere di Noemi, poi L’essenziale ed Esseri umani di Marco Mengoni), ricorre a “immagini” sul pentagramma care ai ragazzi «per farsi capire», spiega lo stesso Staglianò nell’omelia.

Ai cresimandi vuol raccontare che Dio è amore ma anche che l’amore può trasformarsi in una parola vuota. Ecco Vuoto a perdere per chiarire che si diventa vuoti «dentro le mode dell’ipermercato», dice il presule. Perciò serve trovare l’essenziale (da qui il secondo brano). «Puntiamo all’essenziale – afferma –. Puntiamo al cuore che riempie la parola amore del suo contenuto umano». Infine Esseri umani. «Mengoni mi ruba i temi delle omelie», scherza il vescovo che canta il brano anche con i ragazzi.

Alle agenzie di stampa Staglianò spiega di studiare le canzoni di musica leggera. «Utilizzo anche il linguaggio della musica per parlare ai giovani di cose serie. Molti hanno percepito nel testo del Guerriero di Mengoni un’alta valenza cristologica. Loro mi dicevano di ascoltarla». Lui ha accolto il consiglio. «Bene: il cantare, lo ricordo, è un registro comunicativo». Allora perché sorprendersi quando la Chiesa parla con un vocabolario che fa «ardere il cuore», come consiglia il Papa riflettendo sull’omelia?

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