martedì 30 settembre 2014
La famiglia non fa parte dell'agenda politica italiana, ispirata da lobby e dal pensiero unico. E deve "quasi chiedere scusa di esistere". Lo dice il segretario della Cei.
Galantino: «A scuola proposte educative con identità precisa»
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«Quando parlo di un investimento più serio per la famiglia da parte del governo non mi riferisco solo ai soldi. Davvero si pensa che oggi la famiglia composta da padre, madre e figli sia al centro dell'agenda politica italiana? Non mi pare». È il pensiero di monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, interpellato dai giornalisti a margine di un intervento a Vicenza su educazione e scuola. «La mia impressione – aggiunge il vescovo – è che qualche volta, o molto spesso per come va la nostra cultura, sostanzialmente ideologizzata, nella quale le priorità vengono dettate da molte lobby, dalla dittatura del pensiero unico e da chi ha interessi di volta in volta particolari, la prima vittima di tutto ciò sia proprio la famiglia. Sembra quasi che oggi la famiglia composta da padre, madre e figli, la stragrande maggioranza, debba chiedere scusa di esistere». «A noi vescovi – dice ancora Galantino – non interessa entrare nel dibattito su Renzi sì o Renzi no: ci interessa altro perchè ogni volta che la Chiesa mette l'orecchio sul Palazzo, sicuramente sbaglia. Invece la Chiesa mette l'orecchio sulle esigenze della gente e sicuramente indovina, certamente fa bene. I vescovi, i sacerdoti e i cristiani impegnati che stanno continuamente a contatto con la gente è quindi hanno l'orecchio sulle esigenze della gente». Oggi i vescovi italiani sono «preoccupati di quelle che dovrebbero essere le priorità più forti, ma non a parole, dell'agenda politica cioè la famiglia, la scuola, il lavoro, i giovani. Non è questione di esprimere giudizi sul governo, non è certo compito mio».

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