martedì 29 dicembre 2015
L’urna con il suo corpo, infatti, dopo essere stata esposta nella Basilica di San Pietro (dall’8 al 14 febbraio 2016), prima di ritornare a San Giovanni Rotondo, sosterà nella sua terra per alcuni giorni.
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Padre Pio dopo 100 anni «ritorna» a Pietrelcina, il suo paese natale. L’urna con il suo corpo, infatti, dopo essere stata esposta nella Basilica di San Pietro (dall’8 al 14 febbraio 2016), prima di ritornare a San Giovanni Rotondo, sosterà nella sua terra per alcuni giorni. Padre Pio, dopo un lungo periodo di convalescenza trascorso tra alcuni conventi della zona e la sua abitazione a Pietrelcina, il 17 febbraio del 1916 lascia il suo Paese natale - non vi avrebbe fatto più ritorno - per entrare nella comunità religiosa dei frati cappuccini di Sant’Anna a Foggia. Una comunità che dovette imparare presto a convivere con le forze demoniache che continuavano a tormentare il fraticello nella sua cella durante la notte. Dopo qualche mese di permanenza a Foggia parte per San Giovanni Rotondo dove rimane fino alla sua morte avvenuta il 23 settembre 1968. Qui passa molte ore della sua giornata a confessare centinaia e centinaia di fedeli che accorrevano da lui da ogni parte d’Italia e non solo. E qui, pochi mesi prima della sua morte, la prima domenica di agosto del 1968, ad un suo confratello, padre Mariano da Santa Croce che lo assisteva, disse che avrebbe visitato il suo paese natio «parecchi anni dopo la morte». «Padre vi auguriamo cento anni ancora – gli disse padre Mariano –. Il Signore sa… e chiamerà anche voi in Paradiso. Poi alla vostra morte, segni, prodigi, miracoli, la Chiesa vi metterà sugli altari. Allora si prenderà il vostro corpo di qui e si farà una bella passeggiata a Pietrelcina. Ho detto bene?». Padre Pio mise le mani giunte - racconta ancora padre Mariano - e abbassata per due volte la testa disse: «E così sarà». La notizia del suo “arrivo” a Pietrelcina è giunta in questi giorni mentre il rione 'Castiello' – che lo ha visto crescere – accoglieva migliaia di pellegrini per visitare un presepe vivente che da circa 30 anni coinvolge oltre 200 figuranti. A darne notizia il superiore del Convento dei Cappuccini di Pietrelcina, padre Marciano Guarino e i frati durante le celebrazioni di questi giorni. Una notizia accolta con applausi ma anche con tanta commozione da parte dei pellegrini e dei pietrelcinesi che aspettavano da tanti anni questo momento. Dopo un secolo «il nostro confratello ritorna nella 'sua' Pietrelcina dove è nato ed ha respirato l’aria di un borgo e di una cittadina particolare, individuata da Dio quale 'culla' di un santo», ha  detto padre Guarino che, insieme alla comunità monastica e all’amministrazione comunale sta già pensando all’accoglienza di migliaia di persone che vorranno salutare il frate con le stimmate. «Non tratteniamo le lacrime», dicono Angela e Grazia, due fedeli uscendo dalla chiesa dopo aver sentito la notizia: «è per noi un momento di grazia che dobbiamo fare nostro e non 'far scomparire' il nostro paese come invitava Padre Pio». Un «segno prezioso» che non viene «a caso», aggiunge Francesco, uno dei figuranti del presepe vivente che fa vivere ogni anno – dal 27 al 29 dicembre – nel borgo antico di Pietrelcina, la Betlemme di 2000 anni fa.
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