giovedì 30 aprile 2015
​Il cardinale è morto ieri a Roma. I funerali in San Pietro e a Genova.
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«Uno dei grandi lasciti del Concilio è stato il ritorno alle fonti biblicopatristiche: lo considero uno degli aspetti e delle acquisizioni che ho sentito più vicino alla mia sensibilità e storia di vescovo». Era l’ottobre del 2012 quando il cardinale Giovanni Canestri raccontava a Filippo Rizzi di Avvenire  i frutti del Vaticano II a cinquanta anni dall’assise ecumenica. In qualità di ausiliare di Roma, vi aveva partecipato come padre conciliare. Ed era uno degli ultimi padri ancora in vita presenti all’apertura. Con mente lucida, a distanza di mezzo secolo, ricordava la processione di oltre 2mila vescovi che precedeva Giovanni XXIII, «immobile in un immenso raccoglimento ». «Piansi di gioia e di emozione».  Ieri pomeriggio il cardinale Canestri, arcivescovo emerito di Genova, è morto a Roma dove si era trasferito dopo aver lasciato l’arcidiocesi ligure. Aveva 96 anni. Era vescovo da 54 e cardinale da 27. Pastore infaticabile – ha svolto il suo ministero episcopale in quattro diocesi (Roma, Tortona, Cagliari e Genova) – è stato uno dei «volti» italiani del Vaticano II. «Il mio contributo – rievocava il porporato di origine piemontese – fu soprattutto nella stesura su due documenti: la Dignitatis humanae  (la dichiarazione sulla libertà religiosa) e la Unitatis redintegratio  (il decreto sull’ecumenismo). In particolare la Dignitatis humanae rappresentò un documento che vissi come un piccolo monumento da dedicare ai “martiri” delle Chiese nascoste di Oltrecortina». Il suo studio diceva molto di lui. Aveva sulla scrivania libri di teologia pastorale e di spiritualità, un volume consumato e più volte sottolineato sui documenti del Vaticano II, le foto con Giovanni Paolo II, Giovanni XXIII, Paolo VI e Benedetto XVI che nell’aprile 2011 aveva visitato il suo appartamento di via Cernaia per il 70° di sacerdozio.  Nato a Castelspina, nella diocesi di Alessandria, il 30 settembre 1918, Canestri entra nel Seminario di Alessandria a 11 anni. Dopo la maturità classica, si trasferisce a Roma per proseguire la sua formazione al Pontificio Seminario Romano Maggiore e frequentare i corsi all’Università Lateranense in cui consegue la licenza in teologia. Viene ordinato prete il 12 aprile 1941 nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Per nove anni sarà vice-parroco e intanto si laurea in Lettere all’Università Statale. Poi viene nominato parroco. Nel 1959 è direttore spirituale del Pontificio Seminario Romano Maggiore e anche membro della Commissione per il primo Sinodo diocesano di Roma. «La decisione di celebrare prima un Sinodo e poi un Concilio – affermava il cardinale – scaturiva soprattutto dalla necessità di Giovanni XXIII di dare una risposta efficace alla crisi di valori nella società». Nel Sinodo romano si dedicherà ai temi dell’educazione dei giovani.  L’8 luglio 1961 papa Roncalli lo nomina ausiliare di Roma, incaricato del settore Est, e viene ordinato vescovo il 30 luglio. È il delegato per l’Azione cattolica e nel 1965 fonda un centro di teologia e di formazione per i laici. Il 7 gennaio 1971 diviene vescovo di Tortona dove resta per soli quattro anni. L’8 febbraio 1975, infatti, Paolo VI lo richiama a Roma promuovendolo arcivescovo e affidandogli l’incarico di vicegerente. Durante i dieci anni di servizio nella «diocesi del Papa», accanto al cardinale vicario Ugo Poletti, Canestri si impegna su molteplici fronti: dalla crescita della comunità ecclesiale alla difesa dei valori della persona, primo tra tutti quello della vita. Il 22 marzo 1984 Giovanni Paolo II lo sceglie come nuovo arcivescovo di Cagliari: qui guarda con particolare attenzione alla promozione delle vocazioni, alla responsabilizzazione del laicato, al dialogo con il mondo del lavoro e al servizio per i poveri. Due eventi segnano il suo episcopato cagliaritano: la visita del Pontefice in Sardegna (ottobre 1985) e l’avvio della fase preparatoria del Concilio plenario delle Chiese dell’isola. Lo stesso impegno a tradurre nel quotidiano le intuizioni del Concilio animerà Canestri nell’arcidiocesi di Genova-Bobbio dove papa Wojtyla lo trasferisce il 6 luglio 1987. Raccoglie il pastorale dalle mani del cardinale Giuseppe Siri e riceve la berretta cardinalizia nel Concistoro del 28 giugno 1988. Guiderà la Chiesa genovese fino all’aprile 1995.  I funerali si terranno sabato mattina nella Basilica di San Pietro e saranno presieduti dal cardinale Angelo Sodano. Al termine il Papa presiederà il rito dell’Ultima  commendatio  e della  Valedictio.  Canestri aveva manifestato il desiderio che il suo corpo riposasse nella Cattedrale di San Lorenzo a Genova. Così nel pomeriggio di sabato la salma giungerà nella Cattedrale del capoluogo ligure. Qui resterà esposta domenica e lunedì mattina. I funerali a Genova saranno presieduti dal cardinale Angelo Bagnasco lunedì alle 16 e verranno concelebrati dai vescovi della Liguria. Dopo il rito la salma sarà tumulata presso l’altare del Santissimo Sacramento.
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