giovedì 5 novembre 2015
Attorno a Francesco la lealtà dei vescovi, l’idea di dividere la Chiesa e separarla da Francesco è diabolica. L’ha detto il presidente della Cei cardinale Bagnasco, che ha parlato anche di 8 per mille. (Adriano Torti)
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Bagnasco: il Papa non è solo
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«Non ho alcuna preoccupazione circa l'eventuale intenzione, che se esiste è diabolica, di dare l'idea di una divisione, di una distanza del Papa rispetto al resto della Chiesa, ai suoi collaboratori e ai corpi episcopali». Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, parlando della vicenda Vatileaks. Il cardinale è intervenuto a margine del convegno «Un nuovo umanesimo» organizzato dalla parrocchia dell'Ospedale Giannina Gaslini di Genova in occasione dei 20 anni dell'enciclica «Evangelium Vitae» di Papa Giovanni Paolo II. Francesco, ha spiegato il cardinale, «non è assolutamente solo, è circondato e sostenuto cordialmente, affettuosamente, lealmente da tutti i vescovi. Per questo non ho nessuna preoccupazione circa questa immagine di divisione che si vuole accreditare presso l'opinione pubblica per creare ulteriore disorientamento». «È una grande amarezza per il dolore che sicuramente ha recato e reca al Santo Padre e per il cattivo esempio, lo scandalo, posto che tutto quanto sia vero, documentato e documentabile» ha aggiunto. Certamente, però, «crea confusione e disorientamento nel popolo di Dio. E questo è motivo di dolore e amarezza che sicuramente è nel cuore del Santo Padre e di tutti noi pastori».

Il cardinale ha poi parlato del recente pronunciamento della Corte dei Conti in merito alla gestione dei fondi dell'8 per mille. «Dispiace il tentativo di creare e aumentare un polverone in modo da far credere alla gente, in modo così indiscriminato, che vi sia una gestione non corretta dell'8 per mille che fino a ora gli italiani, con tanta generosità e coscienza, hanno accreditato alla Cei, che non è il Vaticano». Il dispiacere del cardinale poi dipende dal fatto che ad alzare il polverone «forse c'è una certa intenzione da parte di qualcuno». Al contrario, per Bagnasco «è sotto gli occhi di tutti come viene amministrato l'8 per mille dalle diocesi, dalle comunità parrocchiali, dalle associazioni e dai centri di ascolto per i poveri», centri «per i nostri italiani e per gli immigrati» e «per combattere tutte le forme di povertà, vecchie e nuove».

Commentando poi le previsioni positive per l'economia italiana da parte della Commissione europea e dell'Istat, il cardinale ha affermato: «Speriamo che ci sia un'inversione di tendenza a livello di macroeconomia ma finora a noi non risultano ricadute positive sulle famiglie, sulla gente giovane o meno giovane che ha perso il posto di lavoro. Prendo atto come tutti di questi dati che vengono diffusi dalle istituzioni competenti e auspico che siano dati veri che indichino veramente una ripresa». Però, anche se «è possibile che ci sia una ripresa a livello di macroeconomia, le nostre parrocchie, le nostre comunità sul territorio mi dicono che i disoccupati e gli inoccupati sono ancora molti».

Il convegno, intitolato «Un nuovo umanesimo», ha visto la partecipazione, oltre a Bagnasco, di monsignor Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia accademia per la vita, e di Giovanni Cervellera, presidente dell'Associazione italiana Pastorale della salute. L'appello del porporato è che «non si può lasciare da soli una donna che sta per diventare madre, ed è in oggettive difficoltà, o un malato che è rimasto solo nella vita e ha bisogno di tutto». Per Bagnasco, quindi, è la società che si deve attivare, «attraverso delle reti, non solamente istituzionali, ma anche volontaristiche» per fare in modo che «queste solitudini possano diventare delle compagnie». «Nella nostra cultura, che crea una società molto isolata ed individualista – ha detto ancora il cardinale – diventa sempre più difficile prendersi cura della vita in tutte le sue forme, dalla vita nascente, concepita e poi in tutte le sue fasi fino all'ultimo momento». Questo accade perché, nel contesto culturale occidentale la vita «non è più un valore inviolabile, non è considerata qualcosa di indisponibile».

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