sabato 27 agosto 2016
​Viaggio nel nuovo Museo a Canale d'Agordo. Oggetti, documenti e video per ripercorrerà la storia di quest'uomo che per 33 giorni fu sul soglio di Pietro.
Ecco il museo di «don Albino», papa Luciani
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Un’autobiografia di papa Luciani: così è stato immaginato il Musal (Museo Albino Luciani) a Canale d'Agordo (Bellunno). «Ho immaginato il museo – dice Loris Serafini, curatore scientifico – come la vita di Albino Luciani raccontata da lui stesso». Ogni pannello o teca espone i testi con le citazioni autobiografiche tratte dagli scritti di Giovanni Paolo I, dalla prima infanzia fino ai trentatré giorni del pontificato. Ma nel Musal non è coinvolta solo la vista: «In più punti – continua Serafini – si sente la voce stessa del Papa: sono diffusi, a esempio, gli audio con cui 'don Albino' racconta la chiamata prima a diventare sacerdote e poi a diventare vescovo di Roma»; sono in due sale quasi speculari, in pendant, al primo e al secondo piano. In altre sale, schermi proiettano i video dell’epoca. È l’architetto Marino Baldin, di Mestre, a curare la realizzazione degli interni: sua l’idea di sale piccole e scure per il periodo della formazione, quasi a significare la lunga gestazione di un ministero di sacerdote e di vescovo. Poi il visitatore è condotto in ambienti via via più illuminati e ampi, per gli anni di Vittorio Veneto, di Venezia e di Roma: sono gli anni in cui vengono alla luce esperienze e studi decennali. IN DONO GLI OCCHIALI INDOSSATI DAL PAPA

Proprio sugli ambienti di formazione si concentra Serafini: «Luciani non è il frutto di un caso o di una speciale combinazione genetica»; a prescindere dall’opera della Grazia, per quel che riguarda i suoi imprinting «tutti i suoi educatori, la mamma Bortola, don Filippo Carli, padre Felice Cappello, hanno avuto per maestro don Antonio Della Lucia e il fermento culturale e sociale della pieve di Forno di Canale tra Ottocento e Novecento». Un museo retrospettivo? Tutt’altro. «Le ultime sale – conclude Serafini – guardano al futuro di papa Luciani, un futuro iniziato da Giovanni Paolo II e dal ricordo del suo predecessore; ci sono pannelli dedicati al Luciani di Benedetto XVI, del cardinale Lorscheider, infine al Luciani rivissuto da papa Francesco». Il museo stesso è in divenire: sono in via di realizzazione il Centro studi e un’area per scolaresche, dove i ragazzi del catechismo, cui tanto si dedicò Luciani nel suo ministero, potranno continuare ad averlo come educatore. Il Musal si trova nell’edificio già sede del Municipio (più amministrazioni comunali di Canale d’Agordo hanno investito sul progetto) e comprende anche una biblioteca specialistica.
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