mercoledì 2 marzo 2016
È proseguito l’interrogatorio della Commissione d’inchiesta al cardinale Pell che ha criticato le scelte prese dal suo predecessore a Melbourne: non ero a conoscenza di tali discussioni. Le vittime hanno chiesto udienza a Papa Francesco. Stasera l'ultima deposizione.
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Le vittime australiane di abusi sessuali da parte di preti che si trovano a Roma dopo avere ascoltato la testimonianza del cardinale australiano George Pell hanno chiesto di incontrare Papa Francesco prima di ripartire venerdì 4 marzo per l'Australia. La quarta e ultima audizione per il cardinale Pell è prevista per il 2 marzo alle 22. È iniziata da dove era finita la terza audizione, che si è svolta nella serata dell'1 marzo: il cardinale George Pell all'Hotel Quirinale a Roma si collegato in video-conferenza con la Commissione reale australiana che sta indagando sugli abusi su minori. La Commissione ha proseguito nell'esaminare alcuni casi di preti condannati per abusi sessuali a Ballarat e Melbourne, nello Stato australiano di Victoria, relativi agli anni 70 e 80. Una delle legali della Commissione, Gail Furness ha rilanciato - come documenta Zenit - la domanda già posta durante la seconda audizione del 29 febbraio: com’è possibile che il cardinale, allora consultore del vescovo, non fosse a conoscenza degli orrori compiuti da Gerard Ridsdale, religioso accusato di oltre 130 crimini, spostato di parrocchia in parrocchia per sei volte, a 81 anni, si trova in in prigione? L’ex arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney, Pell ha affermato con fermezza: “Non ero a conoscenza di tali discussioni”. Molti degli interrogativi successivi posti al cardinale Pell hanno riguardato Edward (Ted) Dawlan, insegnante al St Patrick's College di Ballarat: Pell, che all'epoca era vicario episcopale per l'educazione, ha ammesso che vi erano "voci" circa le sue "attività con i giovani", precisando però che erano "non specifiche" sugli abusi sessuali e concludendo: "Mi rammarico di non aver fatto di più in quel momento". La commissaria Furness ha poi passato in rassegna il caso del sacerdote Peter Searson, parroco nella diocesi di Melbourne, poi condannato nel 1997 per abusi sessuali su minore e morto nel 2009. Il sacerdote, oggetto di "una litania di accuse", minacciava i bambini con armi, e lo stesso Pell lo ha definito come "un uomo sconcertante, nei suoi momenti peggiori poteva essere descritto come uno dei preti più sgradevoli che io abbia conosciuto", ma "non avevamo sufficienti evidenze per rimuoverlo". L'allora arcivescovo della diocesi, Frank Little, ora defunto, "sembrava - secondo Pell - incapace di affrontare padre Searson, o anche di fornire informazioni adeguate sulla situazione" e ha reagito in modo "assolutamente insoddisfacente" alle preoccupazioni che circolavano sul sacerdote. "Ero fortemente critico di come l'arcivescovo Little gestiva i casi contro i preti", ha affermato Pell.
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