lunedì 15 ottobre 2012
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​C’è chi dei sacerdoti parla come se fossero tutti come quei pochi che hanno destato grave scandalo. E c’è invece chi si sforza di vederli nella loro reale dimensione, raccontandone con tutti i mezzi a disposizione la vita di tutti i giorni accanto alle persone, specie le meno fortunate. Tra questi ultimi, il regista Stefano Palombi, che in una delle sue ultime fatiche (Questo non è un film) ha mostrato la vita di quattro sacerdoti napoletani, come se fossero altrettanti film: un thriller, una pellicola di fantascienza, una d’amore e una di guerra. Quattro vicende vere, tutte ambientate nella metropoli partenopea (dai quartieri spagnoli a Ponticelli, da Pianura a Scampia), per raccontare - come in una sorta di neorealismo dei giorni nostri - quello che forse Vittorio De Sica avrebbe potuto intitolare Miracolo a Napoli.Nel docu-film di Palombi (un mediometraggio di 30 minuti prodotto da Lux Vide per il Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa), c’è innanzitutto don Antonio Vitiello del Centro La Tenda, che solo nell’ultimo anno ha offerto a persone senza fissa dimora, italiane e straniere, più di 40mila pernottamenti, con servizio di mensa, igiene e cura personale, assistenza sanitaria e colloqui. Ci sono le quattro parrocchie di Scampia, che nella quasi totale assenza di servizi, cercano di rispondere ogni giorno alle esigenze della popolazione e sostenere iniziative come quella del comitato "Dateci facoltà", per realizzare nel quartiere la facoltà universitaria di medicina. C’è la Caritas diocesana di Napoli, con i suoi sacerdoti, i volontari e le suore, che si occupa ogni giorno di poveri, immigrati, malati di Aids, donne, giovani a rischio, detenuti, anziani soli. E opera in difesa dei Rom con progetti di scolarizzazione, sanitari e di integrazione. Infine c’è don Tonino Palmese, insieme con la Fondazione Polis e l’Associazione Libera, che seguono e sostengono i familiari delle oltre 100 vittime innocenti della criminalità, uccise in Campania dal 2001 ad oggi. Insomma, dietro questa iniziativa c’è la Chiesa tout court, quella che 365 giorni all’anno - e ben da prima che scoppiasse la crisi - fa la sua parte a sostegno dei poveri.Questo non è un film, immagina che quattro registi di fantasia stiano girando altrettanti lavori cinematografici. Così, nel primo episodio («La scomparsa») vediamo don Antonio aggirarsi per l’antico palazzo sede della Tenda, completamente disabitato. Le atmosfere fanno il verso a certe pellicole dell’orrore, ma poi si scopre che a sparire, nella finzione del regista, sono i poveri e la stessa povertà. «Magari fosse così», commenta il sacerdote. La realtà racconta esattamente il contrario. Ed ecco che la Tenda si anima come ogni giorno di volti, presenze, vicende personali, che nell’opera di don Vitiello trovano conforto e aiuto, non solo sotto il profilo materiale.Il film di fantascienza è invece ambientato tra le spettrali architetture di Scampia. Gli extraterrestri qui sono tutti gli abitanti del degradato quartiere napoletano. E infatti «Vita sul pianeta Scampia», il secondo episodio girato da Palombi, racconta il loro disagio di vivere in una specie di mondo a parte, dimenticato da tutti. A un certo punto della storia, però, un gruppo di ragazzi capisce che aspettare l’aiuto degli altri è inutile. Bisogna rimboccarsi le maniche e fare la rivoluzione: «Una rivoluzione d’amore», come dice uno dei protagonisti. Una rivoluzione appoggiata e incoraggiata dai quattro parroci della zona, che si occupano della cura spirituale dei 68mila abitanti del quartiere.Una vera e propria Storia d’ammore è invece quella che sboccia, nel terzo episodio, tra il classico bulletto da bar e una ragazza rom di Ponticelli. Attraverso di loro due universi completamente estranei e spesso in lotta si incontrano, imparano a conoscersi e a superare i pregiudizi. Infine, non poteva mancare il film di guerra. Ma La guerra di ogni giorno, titolo del quarto episodio, è purtroppo anch’essa una storia vera. «Il nostro Vietnam», commenta amaro don Tonino Palmese, "regista" di quest’ultima pellicola. Attraverso le testimonianze sofferte dei parenti viene raccontata la morte di quelle persone che hanno avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Passanti uccisi durante uno scontro a fuoco tra camorristi, ragazzi onesti scambiati per spacciatori e freddati per errore. Eppure dietro la jungla, don Tonino e i suoi intravvedono la speranza di una Napoli migliore. E si mettono ogni giorno all’opera per realizzarla. Anche grazie all’aiuto dell’8xmille.
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