lunedì 14 aprile 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Una firma per sostenere le opere di misericordia del nostro tempo. La campagna televisiva 8xmille della Chiesa italiana torna da oggi con tre spot (GUARDA) dedicati a nove progetti realizzati. Sette nel nostro Paese e due nel Terzo Mondo, scelti tra le migliaia di interventi che i contribuenti italiani in questi anni hanno reso possibili. Nei fotogrammi, le periferie esistenziali rimesse al centro dalla dedizione pastorale e caritativa di sacerdoti come don Alberto D’Urso, che ha dedicato la vita al riscatto dei depredati dal gioco d’azzardo e dall’usura; di don Giacomo Panizza, al servizio dei disabili e degli esclusi, nonostante ripetuti attentati della ’ndrangheta per aver utilizzato beni confiscati e oggi sotto scorta; di don Mario Zacchini, in difesa delle donne vittime della tratta, «delitto contro l’umanità» stigmatizzato da papa Francesco. Rispettivamente i tre sacerdoti, anche grazie alle firme, hanno realizzato oggi la Consulta nazionale antiusura, la comunità “Progetto Sud” nella diocesi di Lamezia Terme e l’associazione “Albero di Cirene” a Bologna. La prima raggruppa 28 fondazioni ecclesiali, presenti in ogni regione. L’8xmille la sostiene con 100mila euro l’anno. La Consulta grazie a volontari esperti amministrativi e legali dà una via d’uscita alle famiglie vittime di usura e agli indebitati a causa di videopoker e scommesse on line. Un’opera avviata dal 1995 da don Alberto e altri parroci, raccogliendo il grido d’aiuto che saliva dai confessionali. «Per me sacerdote questa missione significa non essere passato senza fermarmi accanto a chi era stato depredato, come il levita nella parabola del buon samaritano – spiega oggi –, finora abbiamo riaccompagnato oltre 150mila famiglie fuori dal buio». Don Giacomo Panizza ha costruito “Progetto Sud” nel 1976 per disabili e fasce deboli, spesso relegati in casa, vincendone silenzio e rassegnazione. E puntando per loro ad autonomia economica e ruolo, non alla mera assistenza. Oggi la comunità riceve dalle firme 60mila euro l’anno. «Da sacerdote in questi anni ho costruito insieme a persone in carrozzella, disarmati e sfiduciati, “perché attraverso di loro fossero manifestate le grandi opere di Dio” – spiega don Panizza –. Ho scommesso su questa pagina del Vangelo di Giovanni, in cui Gesù spiega così il destino del cieco nato. La dignità di ognuno viene dal Vangelo. Impegnarsi per la giustizia in terre di mafia non è facile, ma avrei più paura a tacere e sottomettermi ai prepotenti».«Senza il sacerdote la comunità non diventa lievito» dice di don Mario Zacchini, parroco di Sant’Antonio di Savena, nel Bolognese, Marco Bruno, con lui tra i fondatori dell’associazione “Albero di Cirene”. Circa 80mila euro i fondi 8xmille per il soccorso alle giovani schiavizzate come prostitute. Tra l’altro raggiunte dai volontari, oltre che con l’assistenza di strada, con “Casa Magdala” per la seconda accoglienza e il reinserimento dopo anni di abusi. Nei filmati anche il doposcuola “Mons. Italo Calabrò”, ad Archi, periferia di Reggio Calabria, dove le suore alcantarine propongono ai minori percorsi di crescita, alternativi all’oppressione mafiosa e a destini distruttivi. O la casa d’accoglienza “La Madre” della Caritas di Trieste per donne in difficoltà con figli. Il centro polifunzionale della Caritas di Alessandria e “La Tenda” della Caritas di Matera per accoglienza temporanea di famiglie sfrattate, padri separati, rifugiati. Tra i fondi 8xmille per il Terzo mondo, gli spot tv documentano l’opera di soccorso dopo tragedie climatiche, come nelle Filippine il tifone Haiyan, lo scorso novembre. E asili e microcredito per i poveri realizzati in Etiopia dalle suore missionarie della Consolata. Così la condivisione è diventata risposta, anche alle richieste più difficili.In un clic le azioni anticrisiLa trasparenza viaggia sul web. La campagna media della Chiesa cattolica per la sensibilizzazione alla firma dell’8xmille, al via da oggi, parte dagli spot tv, ma prosegue con i rendiconti, pubblicati sui principali quotidiani italiani, con i pieghevoli e le locandine disponibili nelle parrocchie, con i documentari e la Mappa delle opere 8xmille accessibili dal sito www.chiediloaloro.it. Quest’ultima in particolare mette a portata di mouse oltre 7mila interventi realizzati nel tempo grazie alle firme. Una geografia di opere in continuo aggiornamento, nel segno della rendicontazione e della gratitudine verso chi ha generato con la firma opere di fraternità. Le realizzazioni sono rintracciabili per comune, regione e diocesi. Dal fondo “Famiglia e lavoro” della diocesi di Pistoia (197.500 euro) alla Cittadella dell’accoglienza “Giovanni Paolo II” in arcidiocesi di Pescara-Penne (un milione di euro), 80 posti letto e 500 pasti al giorno. Dal sostentamento dei 36mila sacerdoti diocesani ai restauri di opere che tramandano fede e cultura, come nella chiesa di Sant’Ilario ad Atella, in arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo. Dagli oratori e nuovi spazi parrocchiali, come a San Bartolomeo al Mare in diocesi di Imperia, fino ai fondi per emergenze ambientali come i 3 milioni di euro per la ricostruzione post-terremoto in Emilia-Romagna, o un milione di euro inviati dopo l’alluvione nel nord-est della Sardegna a novembre 2013.Non mancano le risposte alla crisi, come gli ambulatori diocesani, che offrono medici volontari e cure specialistiche per famiglie e pensionati che non riesco più a fare prevenzione. Da Acireale a Roma, da Reggio Emilia a Pozzuoli, l’8xmille contribuisce al loro buon funzionamento. «Da anni la campagna informativa sull’uso dei fondi 8xmille si basa su un dialogo trasparente con gli italiani che hanno il diritto di conoscere come vengano utilizzati i fondi – spiega Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa –, la campagna “Chiedilo a loro” 2014 instaura un dialogo diretto fra i firmatari che sostengono la missione della Chiesa in Italia oggi e i beneficiari. L’obiettivo, dai video alla Mappa 8xmille, è di dare parola ai più deboli, a chi con la crisi ha sperimentato difficoltà mai vissute prima, soggetti che sempre più oggi perdono il diritto di parola. E che invece sono stati rimessi al centro da tanti sacerdoti e volontari, e da quanti sostengono la loro missione quotidiana con la firma». Attraverso la loro voce, si può capire meglio che cosa significa per un territorio e per chi vi abita un’opera caritativa, un progetto pastorale o il sostentamento dei 36mila preti diocesani, a cui i fondi 8xmille sono destinati.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: