lunedì 29 settembre 2014
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Non solo a Roma. Non solo a porte chiuse, laddove i vescovi sono chiamati a dibattere e a riflettere sul tema cruciale della famiglia mentre la comunità cristiana aspetta fiduciosa, fuori. Il Sinodo è di tutta la Chiesa. E solo con la Chiesa tutta può essere davvero ispirato. Papa Francesco l’ha detto e ripetuto, negli ultimi mesi: serve lo Spirito Santo, e per invocarne la presenza sui Padri sinodali serve la preghiera. Non solo quella che il 4 ottobre riunirà migliaia di persone in piazza San Pietro: lì, dalle 18 alle 19.30, i presuli potranno toccare con mano la partecipazione dei fedeli alla preghiera collettiva, che culminerà con l’intervento del Pontefice. Ma quella sera, simbolicamente, a Roma ci sarà tutta la Chiesa italiana. Lo diranno le candele, che la Conferenza episcopale ha chiesto a tutte le famiglie, da Nord a Sud, di accendere e sistemare sulla finestra di casa. L’iniziativa, «Accendi una luce in famiglia», sta mobilitando tutte le diocesi, le parrocchie, persino i condomini: i cristiani sono chiamati a pregare per il Sinodo in forma domestica – ciascuno nella propria casa – o comunitaria – in piccoli e grandi gruppi. Per guidarli, uno schema di preghiera è stato pubblicato in questi giorni ed è scaricabile dal sito della Cei (www.chiesacattolica.it/famiglia): nella riflessione c’è spazio per le domande dei più piccoli ("Papà/mamma, perché questa sera preghiamo in questo modo e accendiamo una luce?"), per l’invocazione particolare allo Spirito Santo e per una lettera ragionata di un passo del Vangelo. Naturalmente non è vietata la preghiera spontanea, quella che fiorisce – o dovrebbe fiorire – in tutte le famiglie cristiane e che, in particolare quando i figli sono piccoli, rappresenta un momento irrinunciabile di raccoglimento, di tenerezza e di educazione alla fede. Papà e mamma che si chinano con dolcezza e pazienza sul lettino dei loro piccoli per suggerire le parole delle preghiere, saranno un ricordo indelebile per tutta la vita nel cuore dei figli. Primi e insostituibili testimoni di un cammino di fede. «Vi invitiamo con gioia alla serata di preghiera – ha scritto nella sua lettera-invito monsignor Paolo Gentili, che proprio l’altro ieri è stato riconfermato per un altro mandato ai vertici dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia – perché in questo modo possiamo vivere insieme un tempo di grazia in attesa del Sinodo». Spunti di riflessione e di preghiera per accompagnare spiritualmente i lavori del Sinodo li offrirà anche l’inserto di Avvenire dedicato alla famiglia, «Noi genitori & figli», in edicola oggi col giornale e dedicato all’evento di Roma. Dall’emergenza educativa al problema della disgregazione delle famiglie, dall’educazione all’affettività alla preparazione al matrimonio, dalle coppie omosessuali alle grandi sfide rappresentate dalle nuove tecniche di procreazione assistita, dalle difficoltà di annunciare e far comprendere la dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia alla necessità di affrontare alcune pericolose “verità” diffuse dalla cultura dominante: le sfide su cui i Padri sinodali si troveranno a dialogare a partire dal 5 ottobre sono epocali. A illustrarle nell’inserto, e spiegarne le possibili soluzioni, due personaggi chiave dell’evento in programma a Roma: il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi; l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. Completa l’approfondimento un intervista a don Paolo Gentili. Oltre alle loro ampie interviste, il mensile ospita le testimonianze delle coppie chiamate a partecipare all’evento e una sezione dedicata ai nonni, che proprio oggi papa Francesco incontrerà in piazza San Pietro.
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