mercoledì 17 luglio 2019
Il 23 luglio la grande festa per il sacerdote, classe 1915, per 73 anni parroco nel piccolo centro di Sambucetole. Il racconto: con la mia comunità siamo sempre stati un cuore e un'anima sola.
Don Marinozzi mentre celebra la Messa

Don Marinozzi mentre celebra la Messa

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Una lunga vita a servizio della Chiesa diocesana e della comunità di Amelia quella di monsignor Giuseppe Marinozzi, 104 anni, per ben 73 parroco nella frazione di Sambucetole. Tanti i traguardi raggiunti da questo sacerdote minuto ma con un’energia inesauribile, che il 23 luglio festeggia gli 80 anni di sacerdozio. Un traguardo raggiunto con lo spirito volitivo, umile e riservato che ha caratterizzato la vita di don Giuseppe, oggi parroco emerito, ospite nella comunità sacerdotale di Collevalenza dove ancora celebra la Messa.

Cuoco e autista provetto

Ciò che colpisce in lui, al di là degli inevitabili limiti dovuti all’età, è la grande lucidità nel ricordare gli anni di Seminario, il rapporto privilegiato con il vescovo Vincenzo Lojali che, pochi mesi dopo il suo arrivo in diocesi, lo ordinò insieme ad altri due sacerdoti nella Cattedrale di Amelia, definendoli «la primizia del mio episcopato». La cura dei seminaristi, così cari al vescovo Lojali, fu anche il primo incarico affidato a don Giuseppe, che solo dopo quattro anni andò a Sambucetole, per divenirne successivamente parroco.
Un prete buono, amato e conosciuto da tutti nell’Amerino. Nella sua parrocchia, all’inizio degli anni Sessanta, portò anche la televisione in bianco e nero per condividere la visione delle trasmissioni d’intrattenimento. «Con la comunità che mi è stata affidata siamo sempre stati un cuore solo e un’anima sola – ricorda don Giuseppe – nelle tante occasioni di festa, di preghiera e di spiritualità, ma anche nei momenti difficili degli anni del dopoguerra, sempre uniti per andare avanti». Lui il parroco di intere generazioni che, in questo piccolo paese, negli anni Sessanta, ha istituito una compagnia teatrale, la festa del trattore, la scuola materna, ravvivando le devozioni popolari. Schivo nell’accettare inviti a pranzo o a cena nelle famiglie, è stato un cuoco provetto, famoso per i suoi biscotti che regolarmente preparava per i bambini della scuola materna parrocchiale, o per i ragazzi del catechismo. La gente di qualsiasi età racconta che era impossibile uscire dalla canonica senza aver accettato qualcosa di dolce o altro. Appassionato di caccia e della raccolta di funghi, autista provetto, prima sulle due ruote e poi in automobile, ha rinnovato la patente di guida fino a 97 anni.

Preghiera e servizio alla comunità


Un lungo ministero fecondo, che ha visto il succedersi di nove Pontefici e l’unificazione della diocesi di Amelia a quella di Terni e Narni, sempre vissuto con amabilità e dedizione. Giovane sacerdote, negli anni Sessanta ha insegnato latino e greco nel Seminario di Amelia e religione nelle classi delle medie e del ginnasio. Ha collaborato per molti anni con la Curia diocesana, mantenendo aperto l’Ufficio matrimoni nella Curia di Amelia e seguendo le pratiche matrimoniali, fino agli anni recenti. Negli anni Ottanta, dopo la partenza del padri Cistercensi, ha retto la parrocchia di Foce e il santuario della Madonna delle Grazie. Don Giuseppe, oggi, si rammarica di non poter più esercitare il ministero di parroco a Sambucetole, come il suo cuore sacerdotale gli ispira ancora; una testimonianza della sua passione che lo ha contraddistinto in tutti gli anni del suo presbiterato.
Nella cripta del santuario di Collevalenza il 23 luglio tutta la comunità di Sambucetole festeggia lo storico evento, insieme al vescovo Giuseppe Piemontese e ai sacerdoti della diocesi, nella celebrazione di ringraziamento al Signore per un ministero sacerdotale da record, ma soprattutto da imitare.

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